Alla medesima ora della notte, in cinque diverse metropoli del mondo, cinque tassisti vivono cinque avventure. Dopo il virtuosistico e leccatino MISTERY TRAIN, Jarmusch (ripiega?) sul film ad episodi. Si sa come vanno queste cose: due sono splendidi, un paio riusciti a metà, l'ultimo non certo all'altezza di qualcuno che si era annunciato come uno dei grandi innovatori degli anni ottanta.
La formidabile Gena Rowlands, telefonino e bagaglio in coccodrillo, sbarca all'aeroporto di L. A.: e chi la conduce alla villa di Beverly Hills è una peperina della quale sentirete ancora parlare, l'imprevedibile Winona Ryder (EDWARD SCISSORHANDS ed il prossimo DRACULA di Coppola). La prima gli propone di fare del cinema; e lei gli risponde no grazie, preferisco fare la meccanica...
Da Cassavetes a Spike Lee: a New York il tassista è il grande Armin Mueller-Stahl, appena immigrato dalla Germania dell'Est. È alle prime armi, e finisce che Giancarlo Esposito (che, malgrado il nome, è l'esilarante negretto di FAI LA COSA GIUSTA) s'incarica lui di passare alla guida: venticinque minuto di spasso che valgono il biglietto! A Parigi la passeggera è cieca (Béatrice Dalle): inutile dire che sia lei a vederci più chiaro. A Roma guida Benigni: e il diluvio è assicurato. Ad Helsinki infine, gli attori non possono che essere quelli dei fratelli prodigio, i Kaurismäki. E la neve ha ormai sostituito le palme californiane.
L'avrete compreso: ripresi di fronte, quasi schematicamente, gli attori di NOTTE SULLA TERRA fanno il brutto e, quando sorretti dall'invenzione del dialogo pure il bello. Jarmusch filma gli sfondi, un po' a compitino: lusso a Beverly Hills, neon a Manhattan, immondizia a Brooklin, canali a Parigi, Trastevere o nevischio.